XII Curvatura

 

Consideriamo le curve in fig. 1. Le curve C e C sono archi di circonferenza e,

fig. 1

 

intuitivamente, C meno curva di C; la curvatura della spirale S aumenta avvicinandosi al centro; la retta r diritta e quindi priva di curvatura. Vogliamo definire la nozione di curvatura in modo di dar conto di queste osservazioni grossolane.

 


Consideriamo gli archi C e C in fig. 2. Nei punti A e B gli archi hanno le stesse tangenti

fig. 2

 

ed passando da A e B la tangente gira di un angolo q, ma la lunghezza di C minore di quella di  C ( evidente, anche se per provarlo sarebbe necessaria qualche accortezza) quindi in un certo senso C impiega meno percorso a girare di  q e perci pi curvo di C. Possiamo formalizzare questa osservazione con la seguente

 

1 Definizione. Sia C una curva e A, B due suoi punti. La curvatura media dellarco AB

dove q langolo formato dalle rette tangenti a C nei punti A e B e L(A, B) la lunghezza dellarco.

 

Con riferimento alla fig. 2, possiamo ora dire che la curvatura media dellarco C maggiore della curvatura media dellarco C.

 

2 Precisazione. In effetti le rette tangenti nei punti A e B formano ovviamente quattro angoli, dua a due uguali (cfr. fig. 3), tuttavia come mostra la successione di immagini

fig. 3

 

della fig. 4 (apri per vedere il filmato), langolo che misura come gira la tangente solo

 


fig. 4* - Aprendo si vede un film del moto

 

uno dei quattro. Se poi invertiamo il verso di percorrenza, allora langolo che interessa quello opposto, quindi uguale al precedente. Dunque non esiste nessuna ambiguit nella definizione.

Unaltra questione la misura degli angoli. Conviene misurare gli angoli in radianti. Dire che un angolo misura q radianti, significa che presa una circonferenza di raggio 1 e centro nel vertice dellangolo, larco di circonferenza che insiste sullangolo lungo q.

fig. 5 Per stabilire quanto misura langolo verde a sinistra necessario tracciare la circonferenza di raggio 1, a destra; risultato: q la lunghezza dellarco AB.

 

Poich lintera circonferenza lunga 2, un angolo piatto, che corrisponde ad una semicirconferenza di radianti, langolo retto (verde in fig. 6), che corrisponde a 1/4 di circonferenza di /2 radianti, quello celeste di /4 e quello giallo di 1 radiante (questo significa che larco su cui insiste lungo quanto il raggio).

fig. 6

 

Anche se i matematici preferiscono non far uso di esplicite unit di misura, pu essere utile dire che poich la curvatura media della forma angolo/lunghezza, essa si misura in radianti al metro oppure radianti al centrimentro. Ad esempio se la curvatura media di /2 radianti al metro, significa che percorrendo unarco lungo un metro, la curva gira di un angolo retto.

 

3 Esempio. La curvatura media di un arco di circonferenza di raggio r 1/r.

Calcoliamo la curvatura media di un arco di circonferenza di raggio r. Si osservi la fig. 5; poich le tangenti in A e B sono perpendicolari rispettivamente ai raggi OA e OB, langolo q tra le tangenti pari allangolo tra i due raggi; larco AB lungo L(A,B) = rq.

fig. 7

 

Quindi la curvatura

Dunque la curvatura media di una arco di circonferenza il reciproco del raggio.

 

4 Esempio. Un segmento ha curvatura media nulla.

Infatti la tangente diretta in ogni punto come il segmento e perci q = 0. Ne segue che anche la curvatura nulla.

 

Ritorniamo alla fig. 2: per gli archi C e C, come abbiamo osservato K(C) > K(C). Appare intuitivamente evidente che vicino agli estremi A e B larco C pi curvo, ma nella parte mediana il pi curvo C. Dunque la curvatura media non sembra sufficiente a dar conto di tutti i fenomeni. Analogamente a quanto fatto per la velocit, introduciamo la seguente

 

5 Definizione. Dato un punto P di una curva, consideriamo la curvatura media di piccolo archi di curva che contengono P, il valore limite di tali curvature medie, al tendere della lunghezza di questi archi a zero, per definizione la curvatura K(P) nel punto P.

 

Come vedremo non un caso se usiamo la stessa lettera k che abbiamo usato per la curvatura con segno, lunica differenza che qui per distinguere le due usiamo la maiuscola.

La definizione di per s non consente il calcolo se non in casi particolarissimi, vediamoli:

 

6 Esempio. La retta ha curvatura K nulla in ogni punto.

Infatti la curvatura media di ogni segmento nulla.

 

7 Esempio. Tutti i punti di una circonferenza di raggio r hanno la stessa curvatura:

K = 1/r.

Infatti ogni archetto PQ ha curvatura media K(P,Q) = 1/r. Passando al limite, per Q che tende a P, resta ovviamente K(P) = 1/r.

 

Come vedremo queste sono le uniche curve piane con curvatura costante.

 

Per poter effettivamente calcolare la curvatura in altri casi intanto osserviamo che possiamo assumere che la curva sia la traiettoria percorsa da un punto mobile P(t) e limitarci a considerare la curvatura media di piccoli archi che hanno P(t) come estremo. Allora la curvatura in P(t) sar

K(P(t)) = lim K(P(t),P(t+h))

      h0

Per calcolare la curvatura media K(P(t),P(t+h)) dellarchetto tra P(t) e P(t+h) conviene supporre che il moto si svolga a velocit 1. Dora in poi useremo perci il parametro s e la velocit sar data dal versore T(s). Ci significa che la lunghezza del percorso pari allintervallo temporale, che nel nostro caso h; quindi se indichiamo con q langolo tra le tangenti nei punti P(s) e P(s+h), otteniamo semplicemente

K(P(s),P(s+h)) = q / h

Ora dalla fig. 8 a sinistra si vede che q la lunghezza dellarco T(s), T(s+h) perch sono vettori di lunghezza 1. Inoltre nella fig. 8 a destra sono confrontati sin q, la corda che ha lunghezza | T(s), T(s+h)| e larco.

 

fig. 8 Nella prima immagine il vettore T(s+h) compare due volte: applicato in P(s) e in P(s+h)

 

Dunque dalla figura:

sin q < |T(s+h) T(s)| < q

Ma sappiamo che

lim   sin q = 1

           q0       q

quindi anche

lim   |T(s+h) T(s)| = 1

     q0            q

E quindi per h piccolo possiamo considerare

K(P(s),P(s+h)) = q  = |T(s+h) T(s)|

                           h              h

e troviamo finalmente:

Ma ricordiamo chi era la funzione k(s) che compare nella formula di decomposizione dellaccelerazione:

da cui segue (N   di lunghezza 1):

Confrontando otteniamo:

 

8 Teorema. La curvatura K  in un punto il valore assoluto della funzione k.

 

Naturalmente quando giriamo laccelerazione sempre diretta dalla parte della curva: se giriamo a sinistra il vettore accelerazione A a sinistra della retta tangente, se giriamo a destra a destra. Come sappiamo la componente normale dellaccelerazione kv2N e N sempre rivolto a sinistra della tangente. Qunidi k sar positiva quando giriamo a sinistra e negativa quando giriamo a destra e in valore assoluto sempre uguale alla curvatura. E un buon motivo per chiamare k curvatura con segno.

In effetti se nella definizione di curvatura K avessimo tenuto conto della sinistra e della destra, cio avessimo contato positivamente gli angoli corrispondenti alle curve a sinistra e negativamente quelli delle curve a destra, la definizione di curvatura K sarebbe coincisa con quella della funzione k.

La curvatura con segno ha un vantaggio indubbio: quando percorriamo una curva ad S cambia di segno e con questo ci avverte del fatto che siamo su una S. Ovviamente k si annulla nel punto della S in cui la curva cambia, perch una funzione continua e sta cambiando di segno.  

Si potrebbe pensare che una curva ad S possa essere riconosciuta con la sola curvatura, perch dopottutto anchessa nel punto in cui la curva cambia si deve annullare. Ma consideriamo il seguente esempio.

 

Esempio. Consideriamo la curva

che percorsa da

Risulta,

e dunque v(0) = |V(0)| = 1 e A(0) = 0. Allora anche la componente normale k(0)v(0)2N(0) = k(0)N(0) dellaccelerazione nulla, perci k(0) = 0. Guardiamo il grafico

talmente piatto nel punto Q(0) che la curvatura nulla, anche se non fa una S.

 

Lesempio dice che la curvatura (e quindi la curvatura con segno) si pu annullare, anche se la curva non fa una S, questo mostra come la curvatura con segno sia indispensabile per riconoscere le S perch ce lo dice cambiando di segno.

 

Tuttavia la curvatura con segno ha un piccolo svantaggio teorico. Se percorro una circonferenza in senso antiorario, il versore normale sempre diretto verso linterno della circonferenza, come laccelerazione; se invece mi muovo in senso orario il versore normale esterno, mentre laccelerazione e sempre diretta verso linterno della curva. Dunque il segno della curvatura sar positivo se vado in senso antiorario, negativo altrimenti. Questo dice che mentre la curvatura una propriet del punto della curva, la curvatura con segno dipende dalla scelta del verso di percorrenza (ecco perch abbiamo scritto K(P) per la curvatura e k(s) per la curvatura con segno)

 

Cerchio osculatore

 

Definizione. Dato un punto P sulla curva C, si prendano due punti Q ed R su C e si consideri l'unica circonferenza che per P,Q ed R (se non sono allineati). Quando Q ed R tendono a P, tale circonferenza converge al cerchio osculatore. Il raggio di tale circonferenza il punto

che detto centro di curvatura. Il raggio 1/k che detto raggio di curvatura.

 

Dunque il centro di curvatura il punto che si trova sulla normale alla curva nel punto P, a distanza pari al raggio di curvatura, dalla parte dellaccelerazione centripeta (concavit della curva). Se k nel punto P si annulla il raggo di curvatura diventa infinito.

 

fig. 9* - In rosso il cerchio osculatore nel punto P; in nero la circonferenza che passa per i tre punti. E possibile muovere i punti Q ed R e vedere come cambia il cerchio osculatore al correre di P sulla curva.

 

 

Il nome osculatore deriva dal latino osculare = baciare, perch la circonferenza che approssima meglio la curva vicino a P.

 

Vediamo alcuni esempi.

fig. 10* - Cerchio osculatore di una spirale

 

fig. 11* - Cerchio osculatore di unellisse

fig. 12* - Cerchio osculatore di un ramo diperbole

 

fig. 13* - Cerchio osculatore di una curva ad otto

 

 

 

 

Definizione. Data una curva, la sua evoluta il luogo dei centri di curvatura dei suoi punti.

 

Esempi.

fig. 14* - Evoluta di unellisse

 

Teorema. La retta che congiunge un punto P di una curva, al centro C di curvatura normale alla curva in P e tangente allevoluta in C.

 

La prima affermazione ovvia per come definito il centro di curvatura. La seconda non la dimostriamo. Ma vediamo la seguente figura.

 

fig. 15* - Evoluta di unellisse con tangente.

 

 

Caratterizzazione delle curve mediante la curvatura

 

Sia data una curva C e un suo punto P. Fissiamo un verso di percorrenza sulla curva che percorriamo a velocit scalare 1. Allistante s saremo nel punto P(s) che viene dopo P se s > 0, prima di P se s < 0, e che abbiamo raggiunto dopo aver percorso un arco lungo |s|. Cos il punto P(s) individuato in modo univoco. E la curvatura con segno nel punto P(s) ha un preciso valore k(s). Dunque ho definito una funzione k(s).

 

Viceversa assegniamo una funzione k(s) qualsiasi e supponiamo (ma un istante vale un altro) che sia definita per s = 0. Fissiamo poi un punto P, una retta r che passa per P, e scegliamo un verso su r. Se ci muoviamo da P in direzione tangente ad r e nel verso fissato e a velocit 1, cՏ modo di avere k(s) come curvatura? La risposta s e questo dice che la curvatura con segno definisce completamente la curva.

 

Per dimostrarlo ricordiamo che se conosciamo il vettore velocit e il punto iniziale (che nel nostro caso P) allora la curva esiste ed completamente determinata. Per altro noi sappiamo, la velocit 1, che il nostro vettore velocit sar un versore T(s) e quindi necessariamente della forma

T(s) = (cosq, sinq)

dove q funzione di s. Allora il versore normale sar

N(s) = (- sinq, cosq)

e

dT/ds = kN

Ma derivando

dT/ds = dq/ds (-sinq, cosq)

quindi per confronto

dq/ds = k

Dunque sappiamo che q una primitiva di k. Inoltre allistante 0 la tangente nota ( la retta r, nel verso prescelto) cio noto q(0). Allora q completamente determinata da k e quindi anche la traiettoria completamente determinata.