AIP - Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia dello Sviluppo
Sciacca, 20-23 Settembre, 2004
ASPETTI METODOLOGICI RELATIVI ALLA COSTRUZIONE E VALIDAZIONE DI UN TEST COMPUTERIZZATO DI TEORIA DELLA MENTE PER SOGGETTI CON AUTISMO
Erica Santelli, Luca Bonini, Marina Pinelli - Dipartimento di Psicologia - Università degli Studi di Parma
Introduzione
Il concetto di “Teoria della Mente” (ToM) si riferisce alla “comprensione intuitiva che le persone possiedono rispetto alla mente e agli stati mentali, propri e altrui” (Colman, 2001).
I disturbi socio-comunicativi tipici dell’Autismo sembrerebbero essere radicati nell’incapacità di sviluppare una ToM: l’Autismo è stato paragonato ad una sorta di "cecità mentale" (mind blindness), in quanto i bambini autistici appaiono incapaci di concettualizzare l’altro come entità dotata di stati mentali (Baron-Cohen, 1990).
In uno studio del 1997, Baron-Cohen, Wheelwright e Jolliffe hanno confrontato il riconoscimento di stati mentali semplici e complessi da stimoli facciali ritraenti 1) l’intero volto, 2) la sola fascia degli occhi o 3) la sola fascia della bocca, dimostrando che la condizione “volto intero”, la più favorevole al riconoscimento di stati mentali, non differiva in modo significativo dalla condizione “sola fascia degli occhi”. A partire da questi risultati, gli autori hanno elaborato diverse versioni di “test di lettura della mente negli occhi” (Baron-Cohen et al., 1997, 2001) e hanno evidenziato che soggetti adulti con Autismo ad Alto Funzionamento o Sindrome di Asperger risultano compromessi nelle loro abilità di lettura della mente negli occhi.
Esiste un solo studio in letteratura (Baron-Cohen et al., 2001) realizzato su bambini con sindrome di Asperger (n=15, range di età 8-14 anni) che valuta la prestazione di questi soggetti in un compito di “lettura della mente negli occhi”. Gli stimoli utilizzati sono gli stessi stimoli utilizzati per il “Reading the Mind in the Eyes test” (Baron-Cohen et al., 1997), uno strumento per valutare le funzioni di ToM in soggetti adulti.
Questa ricerca mira alla realizzazione e validazione su un campione di bambini italiani di un test di ToM con stimoli dinamici a colori, ritraenti bambini di età compresa tra 7 e 12 anni ed implementato per una presentazione computerizzata.
Metodo
1° fase: dieci bambini, di età compresa tra i 7 e i 12 anni, sono stati filmati, con una videocamera digitale in condizioni di luminosità artificiale standardizzate, mentre interpretavano stati mentali semplici (felicità, rabbia, tristezza, paura) con la consegna: “che faccia fai quando sei…”. Sono stati selezionati e tagliati al computer diversi spezzoni, ritraenti la sola fascia degli occhi, per ognuno degli stati mentali riprodotti, della durata di circa 4/5’’ ciascuno. Il campione di filmati è bilanciato per genere dei protagonisti e sono stati inclusi nel test lo stesso numero di item per ciascuno stato mentale.
2° fase: la presentazione del test è stata realizzata collocando in ordine randomizzato le 4 alternative di risposta agli angoli della finestra centrale corrispondente al video. Ogni termine compare nell’intero test un numero di volte identico ad ogni altro. Per ogni item l’alternativa corretta è stata collocata in modo randomizzato in una delle 4 posizioni dello spazio. La presentazione è stata realizzata mediante implementazione di un programma in VB 6.0 per la registrazione automatica delle risposte, il test può essere somministrato mediante l’ausilio di computer portatile con schermo LCD da 14”. Il video si avvia automaticamente all’inizio di ogni schermata dopo alcuni secondi di stasi per consentire al soggetto di leggere le alternative; i tasti per la risposta sono disabilitati per costringere il soggetto a rispondere soltanto dopo aver visionato lo stimolo intero almeno una volta. Ogni video può essere visionato un numero illimitato di volte. La risposta viene registrata mediante pressione di uno tra quattro tasti predefiniti che segnano il passaggio all’item successivo.
3° fase: per la validazione, il test verrà somministrato ad un vasto campione di bambini italiani di scuola elementare e media, dallo sperimentatore, in ambiente tranquillo ed in sessioni individuali. Prima del test, lo sperimentatore accerterà la conoscenza da parte del bambino del significato dei termini che costituiranno le alternative di risposta chiedendo di fornire esempi di situazioni in cui “ci si può sentire ...”.
Risultati
In questo studio si intendono presentare i risultati delle prime due fasi di costruzione dello strumento: verranno proposti i filmati ritraenti la sola fascia degli occhi dei bambini intenti ad interpretare i quattro stati mentali semplici fondamentali.
Conclusioni
Ci si propone di ottenere uno strumento ecologicamente valido ed attraente per il target di soggetti cui è rivolto rispetto a quelli esistenti, idoneo alla ricerca sperimentale e potenzialmente in grado di suggerire nuove ipotesi per interventi precoci clinico-sperimentali su soggetti con Autismo.
Riferimenti bibliografici
Baron-Cohen, S., Wheelwright, S., e Jolliffe, T. (1997). Is there a "Language of the Eyes"? Evidence from Normal Adults, and Adults with Autism or Asperger Syn-drome. Visual Cognition, 4(3), 311-331.
Baron-Cohen, S., Wheelwright, S., Hill, J., Raste, Y., e Plumb, I. (2001). The "Reading the Mind in the Eyes" Test revised version: a study with normal adults, and adults with Asperger syndrome or high-functioning autism. J Child Psychol Psychiatry, 42(2), 241-251.
Colman, A. M. (2001). A Dictionary of Psychology. Oxford Reference Online. Retrieved, from the World Wide Web.