CGIL SNUR         CISL UNIVERSITA'        UIL P.A-U.R.
 C O M U N I C A T O 

 A seguito e a precisazione del precedente comunicato sull'andamento  delle trattative per il rinnovo del contratto riteniamo necessari alcuni  approfondimenti di informazione.  Il tavolo di trattativa vede risposte  negative sia sul secondo biennio economico 2000-2001, sia sulle code  contrattuali del primo biennio, e segnatamente su alcuni temi cruciali  quali Policlinici e lettori di madrelingua.
Secondo biennio: tutti i comparti pubblici hanno messo a disposizione  per il rinnovo risorse aggiuntive, oltre a quelle previste dal Governo  che, lo ricordiamo, sono pari al 3,22% della massa salariale. Tali  risorse aggiuntive sono finanziate con modalita' diversificate da  comparto a comparto. 
Per l'Universita', quando si pose il problema dei  costi del contratto 1998-2001, per il quale le Universita' lamentavano  l'insufficienza dei propri fondi, Cgil-Cisl-Uil, insieme con il Presidente della Conferenza dei Rettori, scrissero al Presidente del  Consiglio dell'epoca  D'Alema una lettera nella quale si chiedeva al Governo di finanziare il costo "stimato" del contratto attraverso  un'erogazione sui bilanci delle Universita' di 150 miliardi.  Il Governo rispose positivamente e mise a disposizione degli Atenei 150 miliardi   prelevati da un fondo interministeriale. Il costo effettivo, a contratto stipulato, fu di 40 miliardi.    Fin dall'inizio della  trattativa sul secondo biennio la controparte ha incominciato una  campagna  di lamentazioni tesa ad affermare che il primo biennio  1998-1999 ha avuto un costo insostenibile, per giungere alla conclusione  che non vi sono piu' risorse aggiuntive per il secondo biennio, a meno  che il Governo non intervenga di nuovo ad accollarsi il costo dell'operazione.  Come si puo' constatare da una semplice sottrazione  (150-40), i fondi a suo tempo stanziati per il finanziamento del  contratto sono ampiamente  disponibili.  Se poi gli Atenei li hanno  utilizzati per altri scopi, sicuramente raccomandabili, come il funzionamento ordinario delle Universita', e' tutt'altra questione;  siamo perfettamente consapevoli della difficile situazione di finanziamento complessivo del sistema. Ma quei fondi erano stati  esplicitamente e concordemente richiesti per coprire i costi contrattuali; non e' in alcun modo accettabile che oggi si subordini la  disponibilita' necessaria di risorse aggiuntive ad ulteriori incerte erogazioni governative.  A puro titolo di cronaca, ricordiamo che nella  Ricerca, che peraltro non riesce a concludere il contratto, il Comitato  di settore ha responsabilmente accettato di erogare risorse aggiuntive  nella misura del 5% a carico dei propri bilanci, sulla base di un  futuro, parziale recupero dei fondi in Finanziaria 2002.
Policlinici:  la situazione e' estremamente complicata e preoccupante;  dopo una faticosa fase di avvio del confronto sulle tabelle di  equiparazione con la Sanita', sulla scorta anche del lavoro di  elaborazione svolto separatamente dalle due parti, e' arrivata la  novita' del rinnovo del contratto Sanita' secondo biennio, che sposta in  modo fondamentale l'ordinamento del personale sanitario, alterando le  corrispondenze tra le figure professionali. Naturalmente tale modifica  e' stata operata dal comparto Sanita' in autonomia, come e'  perfettamente legittimo; non appare ne' legittimo ne' comprensibile  invece che l'Aran decida di sospendere il confronto sulle tabelle in  attesa che si svolga una riunione congiunta dei Comitati di settore  della Sanita' e dell'Universita', che e' prevista quando intervengano  contrattazioni in comune.  O si gestiva in comune l'intera fase del  rinnovo della Sanita', in modo da prevederne le ripercussioni sui  Policlinici, o appare oggi stravagante che solo sulla contrattazione  dell'Universita' si decida in modo congiunto.  Tale decisione prefigura  una subalternita' dell'Universita' alla Sanita' che ci preoccupa molto  anche sul fronte delle decisioni da assumere sulla collocazione dei  Policlinici universitari, al punto da farci dire che esiste il rischio  concreto che sia il contratto la sede nella quale si vuole decidere di  fatto il destino della sanita' universitaria (salvo i docenti).   Incomprensibile appare il ruolo della Crui, che si accoda passivamente a  tale impostazione; o forse, piu' che incomprensibile, disponibile ad un  possibile scardinamento dei Policlinici dall'Universita'.  In ogni caso  si tratta di un atteggiamento gravissimo che pesa, oltre che sui tempi  gia' troppo lunghi, sul contenuto di merito del rinnovo contrattuale.
Lettori: siamo di fronte alla semplice riproposizione di quanto gia'  annunciato.  Nessuna disponibilita' a discutere in alcuna forma del profilo professionale; solo la "concessione" di una possibile  collocazione a domanda nel personale tecnico-amministrativo.  Puo' anche darsi che tra i lettori vi siano coloro che per ragioni diverse possono  desiderare tale opzione; ma e' evidente che la possibilita' ha senso se  in parallelo si procede a definire in modo compiuto il profilo del  lettore e si da' finalmente risposta ad un problema storico.  L'atteggiamento  della Crui, per questo come per altri problemi  "fastidiosi", non e' quello di risolverli: e' quello di cancellarli. Una  bella comodita', non c'e' che dire. Solo che ci va di mezzo  l'Universita', oltre che il personale.  
Per quanto riguarda gli altri temi legati alle code contrattuali la  discussione sostanzialmente non e' ancora neppure cominciata, bloccata  com'e' sui punti di maggiore rilievo.
Questi sono i punti caldi del confronto che, come si puo' constatare,  anziche' avvicinare le soluzioni, le rende sempre piu' impraticabili; e  sono anche le ragioni che ci hanno spinto a dichiarare lo sciopero di  tutto il personale per l'8 giugno prossimo.  Crediamo che sia necessario  dare un segno visibile dell'inaccettabilita' di queste proposte, e  spingere finalmente la Crui ad un atteggiamento piu' responsabile e  consapevole. Mentre infatti noi siamo molto preoccupati, ci pare che la  controparte dimostri una serenita' olimpica, per nulla turbata dallo  stato delle cose.  Per spingerla a condividere le nostre preoccupazioni  e magari per turbarne un po' la serenita', pensiamo che sia importante  l'8 giugno rendere visibile il malessere della categoria in una  manifestazione da tenersi presso la sede del Presidente della Crui a  Pisa.  Invitiamo percio' tutte le strutture a diffondere l'informazione  sullo stato della trattativa, ad organizzare assemblee e confronti, e ad  attivarsi per una partecipazione importante alla manifestazione di Pisa,  organizzando la logistica necessaria e raccogliendo da subito le  adesioni.  Vi preciseremo quanto prima i dettagli organizzativi   dell'iniziativa.

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 Marco V. Broccati           Antonio Marsilia         Alberto Civica