Corriere della Salute, domenica 18 luglio 20004 pag. 16

 

 

Casella di testo: I “nuovi ambienti” dei giovani:
dove si incontrano?
 

 

 

 

 

 

 


Discoteche, pub, centri sportivi sono i soli luoghi di aggregazione? I ragazzi del terzo millennio hanno a disposizione nuovi ambienti in cui incontrarsi per fare amicizia, scambiarsi opinioni, idee, aspettative e intenti; sono gli ambienti digitali messi a disposizione della tecnologia informatica. Funzionano? Sembrerebbe di si lo rivela una ricerca del Gruppo E-Psychology del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Parma.

 

Oltre ai luoghi tradizionali d’incontro e di conoscenza per i giovani e non, Internet è diventata una grande “piazza” dove incontrarsi, frequentarsi, fare amicizia, far sbocciare l’amore o scambiarsi opinioni, consigli o, dove serenamente confrontarsi con altri senza riserve, disagi o paure. Territorio ideale per i timidi, gli introversi, palestra d’allenamento per gli estroversi sempre a caccia di nuove avventure. Sia nelle conoscenze dirette visive sia,. in quelle telematiche, il fine ultimo di “cuccare” , quindi di evitare la solitudine resta immutato. Lo rivela uno studio condotto dai dottori Renato Gentile  e Giovambattista Presti del Dipartimento di Psicologia, Università di Parma,  da tre anni al lavoro nell’indagine sull’ambiente virtuale del web. Scopo indagare come i giovani utilizzano la rete Internet per conoscersi, incontrarsi e socializzare.

 

MANOVRE DI AVVICINAMENTO

 

La ricerca si è proposta di “fotografare” questa nuova realtà di interazioni. A tale scopo abbiamo scelto di indagare il comportamento di avvicinamento verso i coetanei, normalmente speso attraverso interazioni “dal vivo”, attraverso la rete delle chat-line.

Cosa accade in rete?  “In rete abbiamo osservato che si verifica un tipico comportamento di “presentazione”, - dice il dottor Presti, - sicuramente molto più sciolto che dal vivo; è cioè meno compromesso da elementi emotivi come la timidezza, l’impaccio motorio e verbale, normalmente diffusi, che lentamente, ma in maniera molto precisa, sfocia in un atteggiamento di corteggiamento, tra ragazzi di sesso opposto, condiviso. Quello che in fondo ci ha colpito maggiormente è il cambiamento delle motivazioni e delle aspettative dei cosiddetti chatters. Si creano rapporti sociali molto precisi, chiari e probabilmente duraturi”.

Cosa cambia e come cambia la relazione? “In un primo momento, del nostro lavoro, abbiamo “fotografato” l’atteggiamento dei ragazzi che si avvicinano alla chat-line per la prima volta, misurando le loro aspettative e le loro motivazioni. Una foto appunto, una situazione statica, cognitiva, forse idealizzata, in ogni caso vissuta con atteggiamento aperto. Successivamente, durante una seconda osservazione, a distanza di tre mesi, abbiamo registrato che il panorama cambia; le motivazioni virano verso determinati obiettivi e le aspettative modulano una ricerca precisa, come dal vivo del resto, solo che qui, l’immaginazione gioca un ruolo fondamentale”.

 

EFFETTO DELL’IMMAGINAZIONE

 

         In che senso l’immaginazione? “Nel web infatti mancano quelle informazioni fondamentali, in un dialogo, che provengono dall’analisi dei nostri principali organi di senso. Nell’ambiente digitale – dice il dottor Presti - non c’è la vista della persona, non vedi il colore degli occhi dei capelli, le eventuali “imperfezioni” estetiche (robustezza, statura etc.), non senti la voce dell’interlocutore, il timbro, l’accento, le inflessioni, le pause; infine non percepisci odori e profumi propri o di cosmetici, né la mimica gestuale. Insomma immagini, crei una persona, la “vedi” e magari questo rappresenta un modo nuovo per entrare in quegli aspetti cognitivi ed affettivi che prescindono dall’aspetto puramente fisico, cui la società dei media commerciali ci ha da tempo abituato”.

         Ma è per tutti così? “Certamente nella nostra ricerca non abbiamo osservato una totalità di cambiamenti nei soggetti del nostro campione ma percentuali, - dice il dottor Gentile - in qualche modo “significative”, di un cambiamento nella direzione della relazione e di una sua finalità. Noi ad esempio abbiamo voluto indagare un comportamento, ben preciso, dell’innamoramento ma possiamo estendere l’indagine per valutare comportamenti come l’amicizia, la collaborazione lavorativa, ai ruoli all’interno di un gruppo etc. con risultati altrettanto sorprendenti. E non possiamo escludere che anche atteggiamenti poco “consoni” ad una interazione efficace, come disturbare, inveire o criticare duramente un gruppo con caratteristiche proprie, possano essere caratterizzate da elementi da valutare ed analizzare”.

 

IL FASCINO DELLA VOCE

 

         Cosa è emerso? “Innanzitutto è emersa una modificazione della percezione dell’interlocutore e successivamente delle aspettative e quindi degli scopi del collegamento on-line. Ad esempio, alla domanda:  “Cosa immagini della persona con cui sei in collegamento?”. “E’ emerso che le donne immaginano meno la voce, mentre gli uomini si concentrano più ad immaginare il suono della voce, poi nel tempo, entrambi immaginano meno gli occhi e si concentrano più su una immagine del corpo” – dice il dottor Presti.

Mentre alla domanda “Quale sentimento ti spinge a chattare?” “Vediamo in entrambi i sessi una forte variazione positiva del desiderio di tipo sessuale e una diminuzione della curiosità, soprattutto nelle

donne, e si osserva una direzione opposta, per i due sessi in relazione alla voglia di continuare a conoscersi”- ricorda l’esperto.

 

 

 


 


PROGETTO INTIMITA’


E per concludere alla domanda “Cosa cerchi quindi di ottenere?” “Vediamo che anche qui entrambi hanno spostato la loro attenzione dall’amicizia, per andare oltre e focalizzarla ad una serata intima. Basso il numero dei e delle “Cenerentole”, che comunque esistono e incrementano la loro visione della interazione affettiva”.

         Cosa dicono oltre le righe questi numeri? “Secondo il nostro parere questi dati, si prestano a complesse, e forse anche ambigue, interpretazioni in quanto rappresentano un terreno di “facile” dialettica per la psicologica da “spettacolo”. Dal nostro punto di vista invece la lettura che ne traiamo è essenzialmente applicativa in senso psicologico e sociale. L’ambiente chat è una nuova “realtà”, un nuovo punto di incontro; la piazza di una qualsiasi città, vicina o lontana che sia. Un luogo in cui la gente si incontra ed interagisce, a distanza, in maniera particolare, cioè senza vedere né sentire l’interlocutore – dice il dottor Presti. “E’ un nuovo modo di comunicare e di interagire e, volenti o nolenti questo potrebbe essere un aspetto della comunicazione futura. Certo, tutto può essere completamente ribaltato dalla introduzione delle immagini, via web-cam ad esempio, ma ciò non toglie nulla alla nostra curiosità di sperimentare come si svolgono e si evolvono i rapporti interpersonali attraverso la comunicazione a distanza e che tutto questo ha le sue buone ricadute sulla ricerca attuale che riguarda l’insegnamento a distanza che rappresenta ormai una realtà che si vuole diffondere”.

 

 

Torna alla pagina precedente