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POTENZIALI
UDITIVI DEL TRONCO ENCEFALICO Sinonimi BAEP (Brainstem Auditory Evoked Potentials); BAER (Brainstem
Auditory Evoked Responses); ABR (Auditory Brainstem Responses) Premessa Questo test consiste nell’applicare al paziente, ad
ogni orecchio separatamente, uno stimolo acustico o uno stimolo osseo, e
nel registrare contemporaneamente i cambiamenti nell’attività elettrica
del cervello evocati da ogni stimolo (potenziali acustici).
Quest’attività elettrica viene registrata utilizzando elettrodi ad ago,
simili a quelli usati in EEG. Subito dopo l’applicazione di ciascuno
stimolo, vengono normalmente registrati 5-7 potenziali consecutivi; queste
onde vengono identificate con i numeri romani (da I a VII). Ciascuna di
queste onde corrisponde ad una determinata componente della via acustica.
Nel cane e nel gatto, ad esempio, l’onda I corrisponde al nervo acustico
e l’onda II al nucleo cocleare. Questa relazione tra potenziale
elettrico e struttura anatomica consente di localizzare le lesioni della
via acustica con notevole precisione. Il BAEP test è quindi un mezzo
diagnostico obiettivo e non invasivo, che permette di individuare
precocemente lesioni subcliniche al sistema uditivo. Indicazioni I BAEP sono impiegati in medicina veterinaria nelle
seguenti situazioni cliniche: ·
Nella
diagnosi di sordità. Rappresenta infatti uno strumento diagnostico unico
in queste patologie, in quanto permette di rilevare anche sordità
parziali o unilaterali, consentendo inoltre la localizzazione della sede
della lesione con notevole precisione. Rende possibile infatti la
differenziazione tra sordità di conduzione e sordità neurosensoriale,
distinzione iindispensabile ai fini prognostici e terapeutici. ·
Nella
diagnosi delle lesioni intrinseche del tronco encefalico (conseguenti a
tumori, traumi cranici, malformazioni, etc.). Pur non consentendo i BAEP
di effettuare una diagnosi eziologica, forniscono infatti informazioni
molto utili ai fini della localizzazione anatomica della lesione. Si
tratta di informazioni tanto più preziose se si considera la difficoltà
nell’individuare con gli strumenti di diagnostica per immagini (TAC, RMN)
le alterazioni a queste strutture, a causa delle loro ridotte. ·
Nel
monitoraggio intraoperatorio della funzionalità dell’VIII nervo cranico
e del tronco encefalico nel corso di interventi di chirurgia intracranica.
Gli anestetici infatti non alterano la registrazione dei BAEP. Preparazione
del paziente Prima dell’esame è necessario rimuovere il cerume
e la sporcizia eventualmente presenti nel condotto auditivo del paziente.
Durante il test l’animale deve restare il più possibile immobile, poichè
ogni contrazione muscolare interferisce notevolmente con la registrazione
dei potenziali auditivi. Per questo motivo nei soggetti più agitati si
rende necessario l’impiego di una leggera sedazione al fine di ottenere
dei tracciati leggibili. Equipaggiamento Elettrodi ad ago; cuffie audiometriche e/o vibratore
osseo; stimolatore acustico regolabile per intensità (decibel) e polarità
dello stimolo; un computer in
grado di amplificare, filtrare e rielaborare il segnale registrato, in
modo da ottenere alla fine del test un tracciato “pulito” da
interferenze e quindi leggibile. Tecnica di
esecuzione Il test viene effettuato in una stanza il più
possibile insonorizzata ed in penombra, il soggetto va posto in decubito
sternale. Gli elettrodi ad ago vengono infissi nel sottocute in
corrispondenza del vertice della testa (vertex) e dell’estremità
caudodorsale dell’arco zigomatico ipsilaterale rispetto all’orecchio
stimolato (Ai), è comunque possibile impiegare contemporaneamente, avendo
a disposizione altri canali di registrazione, anche altre derivazioni a
quella Ai-vertex; si utilizza inoltre una terra ad ago per ridurre gli
artefatti. Si testa ciascun orecchio separatamente, mascherando
l’orecchio controlaterale con un “rumore bianco”. La stimolazione
acustica si effettua impiegando un suono secco (click), mentre la
stimolazione ossea si ottiene esercitando uno stimolo vibratorio
direttamente sul cranio, attraverso un vibratore osseo. Questo stimolo
vibratorio viene trasmesso dall’osso, e non dall’aria, attiva quindi
direttamente la coclea e/o gli ossicini, bypassando l’orecchio esterno e
forse anche l’orecchio medio. Questo tipo di test permette quindi di
differenziare la sordità da alterata conduzione del suono dalla sordità
neurosensoriale. Lo stimolo viene prodotto inviando un’onda elettrica
rettangolare di 100 µsec
e 10 Hz alla cuffia audiometrica o al vibratore osseo. Si effettuano
solitamente 2 serie di 500/1000 stimolazioni; l’attività elettrica,
rilevata dagli elettrodi, viene registrata per i 10 msec successivi allo
stimolo. Le registrazioni ottenute durante ciascuna serie di stimolazioni
sequenziali vengono automaticamente filtrate, amplificate e sommate
algebricamente tra loro dal computer; il risultato di questa elaborazione
è un grafico riportato in un piano cartesiano avente in ascissa la
latenza (msec) e in ordinata l’ampiezza (µV).(FIGURA) Tracciato
normale Il tracciato BAEP normale consiste di 5-7 onde
consecutive. I parametri fondamentali da valutare sono: la soglia uditiva
del soggetto, la latenza e l’ampiezza delle onde. La soglia uditiva è
la più bassa intensità di stimolazione in grado di dare origine
all’onda; per latenza di un’onda si intende il tempo che intercorre
dall’applicazione dello stimolo all’insorgenza del picco positivo
dell’onda, l’ampiezza invece
si misura dal picco positivo dell’onda al picco negativo. Nell’impiego clinico di questo test, si prende in
considerazione la latenza assoluta delle varie onde, le latenze tra i
picchi (IPL), e la differenza tra le IPL delle due orecchie (DIPL). Le
ampiezze assolute delle onde sono troppo variabili per un impiego clinico.
Più utile da questo punto di vista è il rapporto tra le ampiezze V/I. Per
poter individuare le anomalie presenti in un tracciato è quindi
fondamentale conoscere, per ciascuno di questi parametri,
i valori normali; a questo proposito è importante che ogni
laboratorio stabilisca, sulla base dell’attrezzatura usata, delle
tecniche etc., dei propri intervalli di normalità, poiché questi possono
differire in modo significativo dai valori pubblicati da altre strutture.
Ai fini della localizzazione delle lesioni, non si può
prescindere dalla conoscenza di quali siano le strutture anatomiche
generatrici delle onde del tracciato. Le onde che compongono un tracciato normale sembrano
corrispondere a precise strutture anatomiche; l’onda I al nervo
acustico, la II al nucleo cocleare, la III al corpo trapezoide e/o nucleo
dorsale del corpo trapezoide, la IV e la V rispettivamente al lemnisco
laterale e al collicolo
inferiore, la onda VI al corpo genicolato mediale e la VII alle radiazioni
acustiche. Queste ultime due onde non vengono solitamente impiegate
nell’interpretazione clinica. Interpretazione
clinica In linea generale, possiamo dire che l’assenza o
l’anomalia di un’onda (soprattutto per quanto riguarda la latenza) è
indice di una lesione nella struttura anatomica corrispondente. Ai fini
della interpretazione clinica molto importante è però soprattutto lo
studio delle IPL; quando sono visibili le onde I, III e V, l’aumento
delle latenze tra i picchi può essere interpretato in questo modo: se è
aumentata la IPL nel tratto I-III va sospettata la presenza di un difetto
di conduzione nella via acustica tra la porzione dell’VIII nervo cranico
più vicina alla coclea e la parte posteriore del ponte, l’alterazione
della IPL nel tratto III-V indica invece un difetto di conduzione tra la
porzione posteriore del ponte e il mesencefalo. Attualmente, il principale impiego dei BAEP in
medicina veterinaria è nella diagnosi di sordità. Questa è una
patologia frequente e difficile da evidenziare con altre metodiche, nella
quale i BAEP si sono rivelati uno strumento indispensabile per localizzare
la sede della lesione e per effettuare una valutazione quantitativa e
qualitativa della patologia (Tabella 1). Tabella 1
Riferimenti
bibliografici CHIAPPA K.H.:
Brain Stem Auditory Evoked Potentials: Methodology. In: Evoked Potentials
in Clinical Medicine-3rd ed. Lippincott-Raven Publishers, Philadelphia,
1997. DONDI M., BIANCHI E.: Potenziali evocati uditivi del
tronco encefalico nel cane e nel gatto. Annali della Facoltà di Medicina
Veterinaria di Parma, 17, in
corso di pubblicazione, 1997. GAROSI L.: Les potentiels évoqués auditifs du tronc
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Monografie sui test: BLINK REFLEX ESAME
CSF |