MEDIOEVO:

L'EUROPA DELLE CATTEDRALI



 

E’ questo il primo grande momento di incontro sulla vicenda delle cattedrali in Occidente, un incontro al quale partecipano i maggiori storici dell’arte delle università europee. Che cosa significano dunque le  cattedrali nella civiltà dell’occidente medioevale? Analizzarle vuole dire solo proporre un modo per organizzare un racconto, puntando soltanto sui grandi edifici, sui monumenti maggiori e più noti? E’ questo un modo per proporre la vicenda delle architetture e delle sculture, delle pitture, delle oreficerie, che si concentrano nelle cattedrali, o anche nei grandi monasteri fra secolo XI e secolo XII, un modo per fare riferimento a un singolo luogo, a uno spazio comunque carico di storia?

Forse non si tratta solo questo, ma semmai l’analisi della storia delle cattedrali è anche un modo per raccontare la storia delle città, un modo per rileggere le strade di accesso e il significato narrativo delle sculture sui portali delle cattedrali, un modo per ricostruire i sensi del racconto dei grandi cicli scolpiti, o dei pochi dipinti rimasti, in relazione alle vicende storiche, alle scelte della committenza, che è sempre committenza religiosa ma attenta alle vicende della politica.

Il convegno fa centro su un periodo, anche se molti interventi appaiono illustrare fasi precedenti e fasi ulteriori, quello a cavallo fra secolo XI e secolo XII e che vede la contrapposizione fra Chiesa e Impero, fra mondo della Riforma gregoriana e mondo legato all’Impero germanico, periodo che va sotto il nome di Lotta per le investiture ecclesiastiche. Il conflitto, nella fase del massimo scontro, dura almeno due generazioni fra 1060 circa e 1122 quando, con il Concordato di Worms, l’Impero lascia alla Chiesa le Investiture ecclesiastiche di vescovi e abati; proprio questo confronto propone anche delle immagini contrapposte che verranno analizzate, studiate rilette da un nucleo di relazioni importanti, sulle cattedrali di Modena come di Parma, di Cremona come di tanti altri edifici posti sulle strade dei pellegrinaggi, dal Saint Sernin de Toulouse a Jaca, da San Isidoro a Leon a Compostela. Un altro importante gruppo di interventi analizzerà le cattedrali e gli insediamenti monastici in Inghilterra o di Germania, altri ancora faranno riferimento, per fornire alternative ai modelli dell’occidente, proprio alla grande tradizione del mondo bizantino e in genere orientale. Inoltre alcuni contributi saranno dedicati al periodo precedente quello della Riforma, e dunque alle sculture e alle architetture della età carolingia e ottoniana, mentre altre riflessioni si faranno su fasi delle cattedrali più tarde, fino al XIII secolo avanzato e al XIV.

Naturalmente era impossibile proporre relazioni su tutte le cattedrali dell’Occidente, non sarebbero bastati gli studiosi e non sarebbero bastate settimane intere di incontri ma, pur negli ampi limiti di circa 60 interventi, gli studiosi che partecipano a questo IX Convegno Internazionale di Studi e che vengono dalle università di Francia e Spagna, di Germania e Inghilterra, oltre che dall’Italia, offriranno comunque contributi che in un singolo convegno non si sono mai proposti e che puntano a una riflessione su una significativa parte dei maggiori edifici dell’Occidente con ricerche nuove e letture di grande significato. Certo, è evidente che una selezione si è dovuta fare, in qualche caso le relazioni previste non si sono alla fine concretizzate per sopravvenute indisponibilità di alcuni studiosi; inoltre si è voluto tenere presente non solo la vicenda delle cattedrali ma anche  quella di alcuni dei maggiori insediamenti monastici fra secolo XI e secolo XII. Pur con questi limiti il convegno appare comunque un significativo contributo alla riflessione sulla presenza e la funzione, e dunque la storia della cattedrale nel contesto della città.

Un altro aspetto che verrà posto in evidenza è il dialogo con la storia delle singole cattedrali che quasi sempre si insediano sulle strutture degli edifici precedenti, per cui il luogo consacrato, e in particolare l’abside, posta in asse sulla sepoltura del santo titolare, continua ad essere il fulcro dell’edificio a volte dalla età paleocristiana fino al XII e XIII secolo e, ancora, fino ad oggi. Certo i contributi che verranno offerti propongono modelli differenti di ricerca, indagini su un singolo edificio e ricerche su questo collegate a un preciso contesto, indagini sulle officine delle cattedrali e il loro spostarsi lungo le strade dei pellegrinaggi e ricerche su singoli momenti nella storia di un gruppo di strutture; comunque da questi studi emerge la funzione chiave della cattedrale nel contesto urbano e la sua funzione didascalica, luogo delle immagini per un mondo che è quasi al completo analfabeta almeno fino alla fine del secolo XI, luogo delle immagini ma anche dei confronti e conflitti fra queste.
Il mondo romantico ha raccontato molte volte un mito, quello della cattedrale costruita dal popolo, da tutto il popolo, luogo chiave di una comune volontà di rappresentarsi e di rappresentare il proprio afflato religioso; oggi forse, e questo potrà essere uno dei contributi più significativi del convegno, il grandioso racconto delle cattedrali potrà essere riletto come momento di impegno sopra tutto politico della committenza, quella che sceglie forma degli edifici, temi delle sculture e delle pitture, dunque significati anche politici delle costruzioni; siamo davanti quindi alla volontà di proporre una ideologia per via di immagini, o meglio alla rappresentazione di ideologie contrapposte. La storia delle cattedrali di occidente non è forse diversa da quelle della Lombardia, dunque della Italia settentrionale, divisa fra Comuni legati all’Impero e comuni legati alla ortodossia della chiesa di Roma, e quindi vescovi “eretici” e ortodossi. Le cattedrali, le abbazie, le chiese proponevano allora racconti scolpiti, e certamente anche dipinti, molto diversi fra loro il cui senso andrà riscoperto. Di questa complessa storia il Convegno di Parma, il IX di una significativa serie, intende proporre appunto diversi, nuovi modelli di lettura.



A. C. Quintavalle



Home